
Che cosa serve al canottaggio per diventare uno sport popolare? Qual è la ricetta per attrarre l’interesse dei media e degli sponsor? Come si trasforma un campione del remo in divo dello sport? Nel tentativo di trovare le risposte, il mondo del canottaggio ha cominciato a trasformarsi, investendo su nuove discipline come il coastal rowing e il beach sprint. E c’è chi propone di “completare” la rivoluzione dimezzando la distanza olimpica dei 2000 metri: gare più brevi e combattute potrebbero diventare più appetibili per i media e divertenti per il pubblico. Una prospettiva che non piace ai puristi del remo, che non considerano canottaggio il coastal beach sprint e non ammettono alternative ai 2000 metri. Tra loro, l’ex direttore tecnico azzurro Giuseppe La Mura che, su Facebook, ha pubblicato un post in cui esprime il suo autorevole parere. Noi ve lo riproponiamo.

Il parere di Giuseppe La Mura e il caso di Los Angeles 2028
«Spesso sento dire: facciamo le gare di canottaggio invece che di 2000 metri di 1000, magari di 500. Vedrai che successo! L’ultima occasione di entusiasmo dei fautori del percorso corto è la decisione di far disputare su 1500 metri le gare di canottaggio delle future Olimpiadi di Los Angeles del 2028: una scelta obbligata per evitare di spostare il campo di regata a 150 Km dalla città, come avvenne nelle Olimpiadi di Los Angeles del 1984. Ci sarebbe da discutere su cosa sarebbe meglio, ma almeno l’accettazione di una decisione presa per causa di forza maggiore non deve significare di doverla prendere come un precedente “fortunato” da perpetuare.
«Nella gara di canottaggio si muore tre volte»
La gara di canottaggio su 2000 metri è un’esperienza umana e sportiva di estrema pregnanza, che segna chiunque vi partecipi. Non a caso tra i canottieri si tramanda la leggenda che durante il percorso si muore tre volte: in “partenza” (per un avvio veloce che permetta di mantenere le prime posizioni,vantaggiose per il controllo degli avversari), a metà gara (per reggere il confronto con chi preferisce forzare sul “passo”), nel “serrate” finale (quando in vista del traguardo si scatenano gli attacchi dei più potenti che giocano le loro carte negli ultimi metri di gara, sperando nel crollo di quelli che stanno in testa, prostrati e appannati dall’acido lattico, perché hanno già speso quasi tutto nei primi 1500 metri). Per aver vissuto questo dramma il canottiere ha sempre rispetto per gli avversari. Sempre! Chiunque ha fatto una gara vera, nel canottaggio, non dimenticherà mai quell’esperienza e non avrà mai paura di affrontare le più difficili prove della vita. Consentitemi un’iperbole: chiunque ha portato a termine un 2000 metri di una gara vera, ha percorso la stessa strada degli eroi!
«Il ciclismo su pista non è più spettacolare di una gara lunga centinaia di chilometri»
Tutto questo non importa a quelli che vogliono accorciare il percorso sperando che vi sia più spettacolarità e di conseguenza più popolarità. Come se queste fossero un valore e fosse scontato che questi due obiettivi verrebbero raggiunti. Riflettiamo. Il ciclismo sù pista su un chilometro non è certo più popolare e spettacolare delle volate e dei duelli sulle cime montuose del ciclismo su strada, che si svolge su percorsi di centinaia di Km! Né la canoa che ha distanze da un km e frazioni di esso è più spettacolare e popolare del canottaggio e dei suoi serrate mozzafiato negli ultimi dei 2000 metri di gara!
«Il canottaggio è come la musica classica: per pochi»
Una volta ho detto che il canottaggio è come la musica classica rispetto alla musica pop, e perciò sarà sempre per pochi. Anche perché mentre per mettere in barca 11 canottieri è necessario spendere migliaia di euro in attrezzature, per fare giocare al calcio il doppio degli stessi atleti ne basterebbe una decina necessaria per comprare un pallone. Ogni tentativo di rendere la cosiddetta musica colta più accessibile, l’ha solo resa più banale: ricordate i tre tenori, Carreras, Domingo, Pavarotti e Friends? Fu un successo da fenomeni che è finito con loro.mTra la fine dell’Ottocento e i primi anni del Novecento si cercò di semplificare, rendendole più orecchiabili, le complesse sonorità delle opere liriche: nacquero le leggere musiche ed i gorgheggi delle operette. Successivamente non furono più composte ne esse né le poderose opere liriche! Bel risultato! Per fortuna gli amanti del bel canto, pochi, restarono!
«Il beach rowing non è canottaggio»
Mi viene la pelle d’oca quando sento dire che il beach rowing, l’ultima invenzione remiera, è spettacolare e potrebbe rappresentare il futuro. Si corre sul bagnasciuga, si salta in barca, si fa una gimcana con giro di boa, si salta a terra e si corre sulla sabbia fino al traguardo. Sarà divertente, ma non è canottaggio! Come non è più musica classica la sostituzione della intensa “Traviata”di Giuseppe Verdi con la piacevole “Vedova allegra” di Franz Lehar.
Concordo che nel canottaggio si muore tre volte, ma chi non cambia muore. Nel nostro mondo tutte le specie viventi han dovuto cambiare per sopravvivere e chi non l’ha fatto e’ sparito. Molti di noi hanno partecipato o solamente visto un Campionato Italiano, 9 ore di regate, spesse volte senza vedere l’intera gara ( Piediluco docet ) e accorgersi del risultato solo stando sulla linea di arrivo. Poi ci chiediamo perche’ la televisione ci snobba e gli sponsor latitano: e che siamo noiosi e inguardabili. Sono d’accordo sul BeachRowing ma il paragone con l’opera non regge, la Traviata e’ immensa ( anche se preferisco il Barbiere di Siviglia ) ma la bellezza la fanno i cori e le arie dei cantanti , che durano poco! Guardatevi una regata sprint degli otto e poi capite il perche’ dovremo accorciare le distanze per sopravvivere . Un abbraccio a tutti . Gian Luigi Favero Presidente Armida
Lasciare i classici 2000 mt- inserire i 1000 mt e 500 come specialità avremmo più campioni italiani dando la possibilità ad altri atleti con caratteristiche diverse tra loro….
Beach Rowing è una cosa a parte quasi un’altra disciplina (giochi senza frontiere), ma va bene anche quello, certo inserirlo nel programma Olimpico mi sembra eccessivo….
Concordo con il dottor La Mura Giuseppe. Grande persona e sopratutto grande uomo e tecnico
Il Dottore ha ragione il beach rowing non è canottaggio, così come la mountain bike non è ciclismo. Sono due sport diversi che richiedono abilità diverse. Hanno tutti e due pregi diversi. Io non griderei allo scandalo per l’accesso del beach rowing alle olimpiadi ma piuttosto per l’eliminazione del canottaggio PL. L’eliminazione dei PL dalle olimpiadi ha tolto la possibilità di espandere il canottaggio ad una grande fascia della popolazione mondiale.
Sono d’accordo col Prof., non facciamo diventare il nostro sport un revival di “Giochi senza frontiere” di televisiva memoria anni ‘70 ! Il canottaggio è dove si rema dalla partenza alla fine della regata senza corse, senza sprint degni di un Jacobs o tuffi che certamente Tania Cagnotto avrebbe da insegnarci. Poi la distanza è giusta sui canonici 2000 m , anzi per i Master invece di accorciare a 1000 la allungherei ulteriormente, per non creare problematiche a persone non più in verde età !
Stiamo andando sempre più verso un canottaggio di Élite. Allenamenti sempre più duri e di durata sia di tempo ( in quanto i giorni di applicazione dovrebbero essere almeno dodici per settimana ) solo per fare gare in campo nazionale, figuriamoci in gare internazionali o in prospettiva maglia azzurra. I 2000 metri non sono per tutti come non lo è la maratona di corsa, o correggendomi tutti le possono fare ma senza pretese di competizione di Alto Livello. Certo che il canottaggio così com’è strutturato è solo per gli addetti ai lavori e qualche genitore appassionato.Non si tratta solo di sponsor o rendere più appetibile dal punto di vista spettacolare un evento che qualsiasi allenatore arriva a vedere nella sua espressione solo negli ultimi 250 metri. Auguro a chi ha tolto il fascino del 2 con e 4 con sacrificati all’altare dello spettacolo, di ritornare all’antico ordine delle barche Olimpiche con i 2000 metri, fermo restando che il canottaggio è sport non da poveri ma costoso e chi ha il senno di capire questo forse capisce il perché il giovane di oggi oltre all’iPhone , al motorino, alla bicicletta elettrica eccetera eccetera il conottaggio in cui si muore 3 volte è l’utopia di chi ha sempre allenato ad alto livello e non dell’allenatore e delle società che abbiamo a fatica giovani virgulti che dopo vedono l’allontanamento l’allontanamento progressivo degli stessi. Soldi e tempo speso. Resta la gioia di avere avvicinato allo sport giovani in età scolare pieni di entusiasmo.